Durante la seduta, l’assessore Bizzarri ha risposto ai rilievi avanzati dalla consigliera De Michele, in particolare sull’adeguatezza degli accantonamenti obbligatori al fondo contenziosi. Secondo i consiglieri De Michele e Plebiscito, le somme stanziate non rispecchierebbero quanto previsto dalla normativa vigente, con il rischio che eventuali soccombenze in giudizio possano gravare pesantemente sul bilancio comunale.
A colpire, però, non è solo il dato tecnico, ma il tono dell’assessore, che ha dichiarato: "penso che i cittadini poi sul bilancio gli interessi fino a un certo punto... quindi sono anche cose noiose che non frega niente a nessuno..." (minuto 44:38 del consiglio). Una frase che ha suscitato indignazione non solo tra i banchi dell’opposizione, ma anche tra molti cittadini presenti.
Queste parole denotano una preoccupante distanza tra amministratori e cittadini, che invece – soprattutto in tempi di ristrettezze – vogliono trasparenza, responsabilità e chiarezza sulla gestione dei fondi pubblici.
Altro tema al centro del confronto è quello delle comunità energetiche tra imprenditori, introdotto in Consiglio comunale dal consigliere Plebiscito. Si tratta di una proposta concreta, che punta a trasformare la produzione e condivisione di energia rinnovabile in una leva economica e sociale per il territorio.
A differenza delle comunità energetiche “classiche”, il modello proposto prevede che l’energia in eccesso non solo venga immessa in rete, ma che i ricavi derivanti dalla vendita al GSE siano redistribuiti sotto forma di buoni spesa da utilizzare nelle attività locali. Un’opportunità doppia: da un lato si abbattono i costi energetici per le imprese partecipanti, dall’altro si stimola l’economia del paese, creando una rete virtuosa tra imprese, cittadini e ambiente.
Per avviare questo tipo di iniziativa servirebbe una semplice delibera di Giunta che esprima l’indirizzo favorevole del Comune e apra alla possibilità di accedere ai fondi PNRR dedicati proprio allo sviluppo delle comunità energetiche.
Eppure, la risposta dell’assessore Lambertini che ha affermato che ci stanno lavorando da anni appare evasiva e poco convincente, considerando che la proposta è partita formalmente presentata solo a giugno 2025. Il rifiuto politico della maggioranza sembra quindi derivare più dalla provenienza della proposta che dal suo contenuto.
Un'occasione mancata, dunque, che rischia di lasciare Vigarano indietro in un momento in cui sostenibilità, risparmio energetico e rilancio del commercio locale potrebbero camminare insieme.