Al centro di queste manifestazioni c’è la protesta per un enorme groviglio di problemi sociali legati alla qualità di vita delle fasce deboli della popolazione, al reddito di chi lavora e fatica a reggere i costi della vita, dell’enorme scandalo della mancanza di equità fiscale – che il governo della Meloni ha bellemente ignorato – e che non trova risposte nella manovra di bilancio 2023 del governo Meloni/Salvini.
I sindacati ed il PD chiedono modifiche profonde della legge di Bilancio 2023, ricordando che oltre ai temi di politica economica socialmente sostenibile non considerati dal governo, esiste un grave problema di sicurezza per i lavoratori nei posti di lavoro (la Legge del 2011 andrebbe aggiornata e soprattutto applicata in maniera diffusa in ogni ambito e territorio) e una importante scelta di campo da effettuare rispetto alle prospettive di forniture energetiche future che necessitano al ns paese.
E’ grave che la destra dietro ai soliti proclami propagandistici non proponga al paese , ovvero alle imprese e alle famiglie un piano energetico nazionale, che così ci liberi dai contratti estemporanei (due – tre anni) con i soliti oligarchi ben conosciuti ben poco affidabili ne’ come contraenti commerciali ne’ come rappresentanti di governi, che poi protrae la nostra dipendenza energetica dalle fonti fossili, così responsabili dell’inquinamento ambientale nel mondo intero. La Banca d’Italia ha criticato l’aumento del tetto dell’uso dei contanti, la Confindustria denuncia la mancanza di un progetto – visione strategica per il sostegno all’industria italiana, i sindacati ricordano che non ci sono soldi per i pensionati, il PD denuncia il calo di risorse complessive per la sanità. Esiste un grave ritardo nella presentazione e nella realizzazione dei progetti per l’utilizzo dei famosi oltre 200 milioni di euro a disposizione dell’Italia per il P.N.R.R. Possiamo tacere a fronte a questa mole di problemi che questo governo aggrava? Eppure ci sono fermenti ideali e movimenti di idee e opinioni e anche di valori in Italia e nel mondo che stanno chiedendo un cambiamento culturale e politico profondo che porti anche ad una prospettiva sostenibile per la vita nel nostro mondo, una prospettiva di qualità di vita per i nostri giovani.
Queste idee e volontà spesso non si riconoscono nel nostro sistema di rappresentanza politica e tanto meno nel nostro partito, andando così a disperdere risorse e potenzialità umane e politiche di cui si avrebbe tanto bisogno.
Abbiamo perciò bisogno di un nuovo soggetto politico che possa lavorare dall’opposizione per contrastare questa destra sciagurata e senza alcuna idea di politiche per i ceti popolari e per le imprese piccole e medie che sostengono l’economia e la sua qualità nel verso della sostenibilità e dell’equità. Il congresso del PD, che sta partendo con molte indecisioni e confusione, rappresenta almeno una opportunità; sarà necessaria la dovuta discontinuità con le pratiche e le scelte del passato, sarà necessaria una forte volontà di recupero/rilancio di nuove identità più legata non ad un una storia antica, ma ad un sistema di valori ed interessi che tornino a connotare il nuovo partito del progresso e del lavoro in Italia. Serviranno tutte le energie possibili, interne ed esterne al partito, senza egoismi o spiriti di vendetta o polemici.
Se si cambia passo – ed è obbligatorio farlo – bisognerà anche pensare ad un nuovo percorso di selezione e formazione dei gruppi dirigenti, mettendo avanti una forte accentuazione sul controllo etico e professionale dei candidati alle varie cariche interne o istituzionali.
Tutto questo e ben di più si potrà fare solo con una larga partecipazione popolare, dei vari ceti sociali che attendono un nuovo possibile riferimento politico, per sentirsi partecipi o protagonisti del cambiamento necessario in Italia.
Roberto Mainardi