Condivido il fatto che il Sinodo è un cammino ancora lungo intrapreso dalla Chiesa Cattolica: è arrivato ora al suo secondo anno. Nel frattempo non si può ignorare lo stato di sofferenza del popolo di Dio: chiese sempre più vuote, sempre meno giovani, sempre meno attività pastorali, difficoltà nell'ambito della catechesi,sia riguardo ai bambini che agli adulti. Ci sono inoltre sempre meno vocazioni sacerdotali. Un quadro piuttosto negativo a prima vista, anche se non tutte le realtà pastorali, fortunatamente, sono a questo livello. Ma prendere atto dello stato attuale di povertà, può essere l'inizio di una ripartenza dal basso.
A supplire alla carenza di sacerdoti possono subentrare le Unità Pastorali, anche se questo cambiamento può all'inizio avere qualche problema di assestamento. I laici dovrebbero avere un ruolo maggiore nella vita di ogni singola comunità, ed essere coinvolti nelle varie attività come presenze fondamentali. Ma soprattutto occorre che si crei nelle comunità un clima di accoglienza, di sostegno, di aiuto reciproco, di comunione, in poche parole.
Solo se il cambiamento verrà dal basso, sarà possibile che, lentamente, ci possa essere una ripresa della vita all'interno delle comunità cristiane.
Tornando al Sinodo, si spera che le altre 2 tappe che mancano, siano ispirate dallo Spirito e si traducano in soffio di vita nuova per tutti i credenti.
Valentina Cappelli