Questa frase dovrebbe essere incisa in tutte le scuole e secondo me era l’unica e sola intenzione didattica che ha spinto la preside a rivolgersi ai suoi studenti, al nostro futuro, perché non cadano nell’oblio gli insegnamenti del passato.
Il ministro dell’Istruzione e del merito che minaccia provvedimenti contro la preside, la quale per evitare ulteriori strumentalizzazioni del proprio gesto di condanna del pestaggio di un ragazzo, non dimentichiamolo inerme a terra e non partecipante ad una rissa, si vede costretta a ricorrere al silenzio e ad affidare le proprie spiegazioni alla lettura di un comunicato da parte di una sua docente è una cosa gravissima che testimonia il clima che si comincia ad instaurare e testimonia anche l’ignoranza istituzionale di questa classe governativa.
Un ministro che ha profuso fior di parole per condannare TUTTI i totalitarismi inviando una lunghissima lettera a TUTTI gli studenti e insegnati lo scorso 9 novembre dovrebbe apprezzarlo, non minacciare "provvedimenti" e tacere sui fatti gravissimi avvenuti a Firenze.
Quali sarebbero i provvedimenti che il ministro vorrebbe prendere contro la preside che non ha fatto altro che dare una lezione di storia ai suoi ragazzi, e non mi stancherò di ripeterlo: il nostro futuro.
Ecco signor ministro ci sarebbe piaciuto che Lei avesse ascritto a merito della preside la capacità di non tacere, di non essere indifferente nei confronti di una violenza che non sì può non definire fascista e invece dobbiamo ascrivere a Suo (de)merito la capacità di ignorare tutte le lezioni della storia ed in più attribuirsi il potere di assumere provvedimenti nei confronti della preside, ignorando che questo potere, pur essendo ministro, non può in questo caso “limpido” esercitarlo.
Effettivamente il merito in Italia ha bisogno di fare molta strada! Buon lavoro e buona strada, ministro.
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La preside Savino ha semplicemente detto parole di alto senso civico
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di Agnese De Michele
La preside Savino ha semplicemente espresso parole “educative”, ricordando ai ragazzi e per conoscenza alle loro famiglie, che bisogna far tesoro delle lezioni della storia perché “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”.