Lettere al Direttore

I cittadini scrivono al giornale

Perché la sinistra non vince e perché è giusto così

Riceviamo da Andrea Ferioli e volentieri pubblichiamo: 


Certamente si potrebbe semplificare la spiegazione dell’affermazione dicendo che la sinistra non ha un leader degno di questo nome almeno dai tempi di ‘mani pulite’ ma ovviamente il discorso è decisamente più complesso.

Azzeccato il video di un gruppo di artisti milanesi in cui si evidenzia che il problema principale del PD è semplice: non fa mai niente di sinistra. Il partito democratico, finto erede di un partito ben più inquadrato in quanto a idee ed azioni non sa mai che pesci pigliare. Osservando il lungo ed inutile elenco dei dirigenti che si sono succeduti nel corso degli anni, possiamo notare il lento e inesorabile peggioramento della situazione della sinistra italiana, anche se, mi sento di inserire un’unica eccezione: Pierluigi Bersani. Pierluigi Bersani ha fatto alcuni tentativi, peraltro parzialmente riusciti, di ridare lustro ad un partito e ad un Paese agonizzanti ma, come spesso succede in questi casi, chi cerca di fare qualcosa di buono viene escluso dalla scena.

D’altronde il PD ha avuto, come segretari nazionali, persone come Matteo Renzi, che di sinistra non solo non ha mai fatto nulla ma ha sempre avuto l’atteggiamento di uno che va a braccetto con tanti e, per citarne uno su tutti, Silvio Berlusconi. Nel recente scenario nazionale troviamo la Lega che è in evidente in picchiata, credo perché, anche tra i peggiori analfabeti funzionali, qualcuno si è reso conto che Matteo Salvini è una persona a cui sarebbe meglio non affidare nemmeno la raccolta dei pomodori; Forza Italia, un relitto di un partito che era diventato grande grazie al fuggi fuggi generale dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista, gestito da un uomo ormai alla fine e che in un paese civile non dovrebbe nemmeno avvicinarsi ai pubblici uffici; il Movimento 5 stelle che ormai si è rimangiato la parola più dei due Mattei messi assieme; Fratelli d’Italia che con Forza Italia non ha in comune solo metà del nome ma anche un elevato numero di condannati.

Una persona sana di mente direbbe che con un parco politico del genere anche Topo Gigio sarebbe riuscito a vincere le elezioni e invece il PD è riuscito a collezionare l’ennesima figura barbina. Chi mettiamo alla guida del partito? Serve finalmente una persona tutta d’un pezzo, con idee chiare e che rappresentino non solo le masse ma chiunque abbia senso civico e morale, una persona carismatica, che prende posizioni nette, eloquente e perché no simpatico. Enrico Letta. In un’epoca in cui l’immagine è tutto e il livello di attenzione medio è di dieci secondi, hanno messo uno che annoierebbe più del pacchetto completo di Protestantesimo.

Diciamocelo, la colpa di tutto questo non è solo della dirigenza del PD ma anche del popolo. Negli ultimi trent’anni c’è stato un calo catastrofico della morale degli italiani, una legittimazione dell’illegalità e del menefreghismo. Certamente abbiamo avuto fulgidi esempi ad alti livelli che hanno insegnato alle persone che se ci si comporta da furbetti non solo non si viene puniti ma spesso si viene pure premiati. Il record in questo settore appartiene sicuramente, ed a pieno titolo, a Silvio Berlusconi ma il panorama italiano si distingue egregiamente nel settore. Dai grandi evasori fiscali che vengono graziati, alla cronica inefficienza dei servizi (non quelli segreti intendiamoci), alla convivenza con la criminalità organizzata, ai capitani d’industria che la fanno sempre franca.

La sinistra italiana ha permesso a questi omuncoli di diffondere l’idea che tutto il male del Paese viene dagli immigrati, da chi ha necessità di abortire o di morire, dai comunisti, da chi desidera coronare un sogno d’amore o da chi si fuma una canna, un mare di bubbole create apposta per distogliere lo sguardo dai veri criminali: quelli di casa nostra, quelli con i colletti bianchi, quelli che si riempiono la bocca di ogni sorta di baggianate populiste. Il piano di Licio Gelli avverato in pratica. La sinistra italiana avrebbe dovuto vigilare laddove lo Stato ha latitato o addirittura è stato complice e avrebbe dovuto arginare questo fiume di insulsaggini che continuano a pubblicizzare i rappresentanti di questa misera destra italiana.

Per prima cosa, trovato un leader degno di questo nome, il PD deve cambiare nome perché quello attuale ricorda troppo gli esportatori di democrazia d’oltre oceano e cambiare colori perché quelli attuali sembrano la fotocopia, a fine toner, di quelli di Forza Italia. Le feste de l’Unità erano una bella iniziativa, magari rivisitate in chiave moderna e giustamente le hanno trasformate in una fenice senza personalità. Ma il più grande errore della sinistra è quello di cercare di accontentare tutti, di non offendere nessuno e ovviamente di non prendere mai una posizione chiara e definitiva, che risponda ai basilari requisiti di democrazia, uguaglianza, politica sociale, ambiente e lavoro. Rimanere ignavi non porta da nessuna parte se non mantenere un piccolo bacino di elettori che permettono ai soliti di rimanere ancorati alle poltrone.

Adesso al PD spetta un onere che onestamente non si merita: quello di ostacolare con tutti i mezzi il tentativo della destra di rovinare la nostra costituzione e i pochi diritti civili che ci sono rimasti. Per fare questo il PD non solo dovrà svegliarsi ma dovrà risollevarsi e finalmente aprire bocca, possibilmente non facendo morire tutti di sonno. Sarà un lavoro titanico ma se fallirà come ha fatto negli ultimi trent’anni, cadrà l’ultimo baluardo che ci difende e separa dal ventennio fascista.

Buon lavoro

Andrea Ferioli

Il Variano

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