Approfondimenti

Articoli di approfondimento su tematiche varie

Una provocazione sul tema della Pace

Una provocazione sul tema della pace

di Roberto Mainardi

Da vari mesi una domanda mi gira in testa e ora vorrei sapere se la cosa interessa solo me oppure è di più ampia diffusione:
Il Papa Francesco ogni giorno insiste sule tema della pace, talvolta addirittura parla di “aver il coraggio di cercare la pace” ; i sondaggi dicono che oltre il 65% degli italiani è contrario all’invio di armi all’Ucraina (per vari motivi in realtà, ma il totale è quello) eppure NULLA SI MUOVE.

Io appartengo ad una generazione che ha sognato molto, forse anche troppo, ma che rischiava per il sostegno ai propri sogni. Oggi solo il Papa sogna e con lui la maggioranza silenziosa degli italiani? Qualcuno all’ONU sostiene che in giro per il mondo si combattono a bassa o media o ad alta intensità circa 100 guerre e vi muoiono molti più bambini e donne che combattenti ufficiali, si sprecano risorse molto più alte di quelle investite per la cooperazione allo sviluppo e alla ricerca sul cancro.
Tutti noi all’ora di cena assistiamo al caricamento di missili e bombe che poi verranno lanciate quasi sempre sulle città (dell’Ucraina, del Sudan, del Libano e in Palestina) , guardiamo sgomenti come militare, armato come un marines in un film americano che corre tra gli spari o trascina un corpo di un presunto avversario, come un sacco di stracci; questo orrore spesso si abbina poi anche alle immagini di poveretti che, nel fango o nella neve, accendono un fuoco con pezzi di legno sotto una pentola con tentano di cucinare qualcosa oppure, dall’altra parte del mondo file lunghe di disperati in deserti bellissimi (del tipo di quelli che tutti abbiamo visti al cinema) lasciando facilmente credere che molti di loro non arriveranno a nessuna destinazione.
Perché quella maggioranza silenziosa degli italiani che sono stanchi della guerra non si manifestano e chiedono al nostro Parlamento e al governo italiano almeno di dichiararsi in accordo con il Papa?
Perché non ci sono le condizioni di organizzare le marce per la pace che negli anni sessanta e settanta del secolo scorso si organizzavano a fronte, ieri come oggi, del pericolo di usi di armi nucleari?
Forse mi sono fatto prendere la mano dal sentimento, scrivendo quanto sopra, ma veramente sento che questo tema della pace e della fine della guerra, diventasse veramente il tema dei confronti tra le parti politiche, sociali e religiose.
Chi può essere o chi possono essere i nuovi costruttori di pace?
Roberto Mainardi

Il Variano

 44049 Vigarano Mainarda (FE)
 info@ilvariano.news

Accesso autori registrati